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HERMY & MOM

~ Italian luxury blog for V.I.P. (Very Intelligent Persons)

HERMY & MOM

Archivi della categoria: Un caffè con……

Walter & Hamlet: ripartiamo da noi

07 sabato Lug 2018

Posted by Hermy & Mom in Un caffè con......

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Tag

#design, #pierrecardin, #turin #events #moda #arte #fashionnews #walterandhamlet #abitologia

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Foto Erika Banchio

Conosco da tempo Walter, couturier ispano-vietnamita nato in Francia e conosciuto dai più per aver partecipato attivamente alla moda parigina a partire dai favolosi anni ‘80, dove lui è cresciuto come giovane assistente di Pierre Cardin.

Lo incontro un lunedì mattina a colazione, di fronte ad un caffè dietro Piazza Vittorio, in una Torino scaldata da un sole estivo abbagliante.

Da qualche settimana, tra le varie chiacchiere cittadine, si parla delle sue dimissioni da direttore creativo della Maison Walter Dang, una delle più conosciute del capoluogo sabaudo, luogo meraviglioso e ottocentesco, ma  poco effervescente e poco incline ad una vera innovazione stilistica.

U: Walter, come mai questa decisione rivoluzionaria in questo ambiente così conservatore?

W: La Maison WD continua ad esistere, come la società della quale sono socio, ma io mi sono dimesso da direttore creativo. Non so ancora cosa ne sarà, perché non ho ancora avuto modo di incontrarmi con i miei soci, ma sicuramente la boutique continuerà ad esistere fino a fine anno, alla scadenza del contratto. Non so ancora se ci sarà un nuovo direttore creativo, ma mi sento in qualche modo sollevato da questa decisione, perché avevo perso parte della mia creatività. La donna WD era nata come una donna libera, indipendente. Quella attuale non mi rappresentava più. Non era più aderente all’originale.

U: Non è un po’ singolare che una maison continui il proprio percorso con il nome di uno stilista ancora sul mercato?

W: Certamente si, anche se la scelta potrebbe essere quella di togliere il nome e rinominarla ad esempio come Maison Dang (v. Maison Margiela), ma non dobbiamo dimenticare che si tratta di una realtà territoriale e non internazionale. Peraltro non è una cosa che mi riguardi. Non mi rispecchio in questa visione attuale di una moda commerciale. Prediligo il lato creativo della moda. Oggi sono più interessato all’Abitologia, al concetto di abitare un abito. Farò in autunno un seminario su questo argomento con l’aiuto di un sociologo e di uno psicologo . Lo trovo molto più interessante e stimolante.

U: Quindi Walter da couturier ad abitologo?

W: Si. Oggi rinasco da un punto di vista creativo con il marchio Walter & Hamlet, tornando a collaborare con Amleto Amelio, il mio compagno, con il quale creai la WD molti anni fa e con il quale ho collaborato artisticamente fino al 2012. Senza di lui tutto ciò non sarebbe possibile. Negli ultimi anni da un punto di vista creativo è stato come se mi mancasse un organo vitale o una gamba. 

U: Qual è l’input creativo che dà Amleto nella vostra coppia da un punto di vista artistico? Qual è l’apporto che vi date reciprocamente?

W: Amleto mi dà stabilità, equilibrio. Mi dà la giusta misura nelle cose. Non mi fa eccedere nel ridicolo o scadere nel banale. Io sono per lui la spinta lavorativa. Lui è una persona più tranquilla. Come tutti sanno il suo lavoro di Hair Stylist lo porta sul set di vari shooting fotografici. Ultimamente ha lavorato per la campagna Dior Homme.

U: Posso chiederti che importanza ha l’amore in un contesto creativo come il vostro? Te lo chiedo perché ultimamente facendo uno studio su YSL e Pierre Bergè ho percepito un legame fortissimo tra questi 2 aspetti (peraltro loro erano molto diversi caratterialmente, emotivo e chiuso il primo, più affarista e pubblico il secondo)…..

W: Certamente. L’amore è importante. Il nostro è un supporto ed un aiuto reciproco. Ci consigliamo sempre, anche per il suo lavoro. Abbiamo la possibilità di confrontarci a qualsiasi ora, sempre. Ci viene naturale e ci mancava un sacco. Ti dirò che in questi anni in cui la nostra collaborazione artistica si è in qualche modo interrotta, ne ho sofferto. 

U: Ho notato, lavorando anche con il vintage, un cambiamento nella donna WD degli ultimi anni. Si è partiti da un’immagine couture per arrivare a qualcosa di più commerciale. Non voglio dare giudizi stilistici, né tantomeno qualitativi. Ci sarà, con il marchio w&a, un ritorno ad un immagine couture, più ricercata e curata nei dettagli, con una rinnovata ricerca di materiali?

W: No, il marchio Walter & Hamlet sarà tutt’altro. Si tratta di un contenitore di idee che vanno dal design all’arte a 360 gradi, il cui intento è ben spiegato dal logo che lo rappresenta: una marmitta immersa in un contenitore d’acqua bollente. Si parlerà anche di moda promuovendo nuovi stilisti, cercando di dare loro un carattere meno locale, oserei dire meno provinciale, e quindi più internazionale, adeguandoli al mood politico, economico, culturale, artistico e perché no, musicale, del momento. Il primo passo in questa direzione sarà una serie di eventi dal titolo “La Terrazza: Viaggio sui tetti del mondo”, un modo nuovo per dare la possibilità, a chi resta in città, di divertirsi in modo glamour. Si inizierà il giovedì 19 luglio e di proseguirà fino alla fine di agosto.

 

 

Janka Creator, il designer delle bambole delle star

20 martedì Feb 2018

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Tag

#interview #balljointeddoll #doll #turin #dettofatto #rai #jankacreator #fetish #rings #creativityoggetti

Ho conosciuto Giancarlo Scrofani, aka Janka Creator, alcuni anni fa durante un evento, grazie ad un amico comune. Sapete quando vi presentano qualcuno e pensate a qualcosa di già visto ed invece rimanete piacevolmente sorpresi?

Così, quando qualche settimana fa Susanna Maffini, il cuore e la mente creativa della galleria d’arte Creativity Oggetti di Torino, mi ha annunciato di aver pensato ad un evento per San Valentino e dintorni un po’ fuori dagli schemi e di aver invitato anche Giancarlo tra gli altri ad esporre, ho subito chiesto se una mia intervista fosse cosa gradita.

Janka Creator è un personaggio molto amato e seguito dal suo pubblico. Lo avrete sicuramente visto in trasmissioni del circuito Rai (è uno degli ospiti ricorrenti di Detto Fatto su RAI2), ma la sua storia inizia una ventina di anni fa nel mondo del fashion dove ha collaborato come direttore artistico con importanti case di moda.

Da lì è nata col tempo l’idea di FEMINA, una bambola completamente snodata, che può essere personalizzata fin nei minimi dettagli e che rappresenta una donna libera di esprimersi senza pregiudizi.

Questo genere di bambole da collezione si chiama BJD (Ball Jointed Doll) ed è molto amato sia in Italia che all’estero, soprattutto sul mercato giapponese ed in Russia, dove per motivi storici le fashion doll come Barbie non sono mai arrivate se non con molti anni di ritardo.

Nel 2015 Giancarlo ha creato DIVAS, una collezione di 5 bambole ispirate alle dive degli anni ’40 e ’50 che ha avuto un notevole successo di pubblico.

In realtà non si tratta di bambole in senso tecnico, ma di veri e propri lavori artistici, che possono diventare anche strumenti di comunicazione o di identificazione.

Tra quelle realizzate Giancarlo ci sono anche le bambole con le sembianze delle star più amate, prima fra tutte Madonna, ma anche Marilyn Monroe e Liz Taylor per citarne alcune , o quelle ispirate al mondo della moda, come ad esempio a Dolce & Gabbana.

Ma come vengono realizzate? Innanzitutto viene creato un prototipo in porcellana che poi viene prodotto a tiratura limitata in resina. Ogni bambola viene poi dipinta, truccata e vengono montati occhi e cappelli su richiesta della cliente o in base alla creatività del designer, ed infine viene vestita.

Giancarlo è indubbiamente un creativo molto particolare e sulla base del successo di queste “creature” ha prodotto una serie di anelli con i volti di bambola, ispirati al mondo del bondage e del fetish.

Sono anelli divertenti, versatili, che possono assumere le sembianze di chi li indossa. Una sorta di “mini me” che ci piace un sacco.

Questi ring ironicamente sexy sono tra quelli proposti nell’ambito di XXX ESPLICIT CONTEST, l’evento ideato nell’ambito della galleria Creativity Oggetti che proseguirà fino a sabato 24 febbraio.

Naturalmente ora c’è un anello che rappresenta una donna in stile pin-up con i capelli rossi alla mia mano. Ma di questa storia vi parlerò da Milano nei prossimi giorni…..

http://www.jankacreator.com

Ph Angelo Barra

Astri, scarpe & love affairs: a colazione con l’astrologa Patrizia Balbo

18 domenica Giu 2017

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#astrologia #stelle #stars #shoes #patriziabalbo #venere #venus #aipiedidivenere #barolo #barolofashionshow

Patrizia Balbo

Ci siamo date appuntamento in un bar storico del centro di Torino a colazione. Ve la presento: lei è Patrizia Balbo, astrologa e scrittrice, una delle nuove “penne” astrologiche. In questo anno e mezzo circa che la conosco ho avuto modo di apprezzare di lei la serenità che comunica, il senso di pacata determinazione e la solidità.
Arriva in jeans, maglietta e scarpe basse, i capelli raccolti in una coda informale. Sorride, come sempre.

Davanti ad un pranzo veloce parliamo del suo libro “Ai piedi di Venere – Manuale astrologico di seduzione”. Una vera chicca che consente a chi lo legge di conoscere quale sia la sua Venere o quella della donna amata e di fare tutte le considerazioni che ne conseguono. E scatta l’intervista….

D. Come e quando è nata la tua passione per l’astrologia?

R. E’ accaduto molti anni fa,  in occasione del mio 13esimo compleanno. Mi regalarono il mio primo manuale di astrologia e scoprii, in piena crisi adolescenziale, che le donne dello Scorpione “non sono belle, ma affascinanti, e sposano quasi sempre un uomo del Cancro o del Toro”. Ne rimasi colpita e affascinata, anche se a dire il vero, nessuna di queste cose nel mio caso corrisponde a realtà. E non ho sposato un uomo che appartenesse a uno di questi segni …..

D. Qual è il legame che unisce la scelta di un paio di scarpe ad ogni Venere e il perché di questo abbinamento?

R. In astrologia Venere simboleggia l’Arte, la Bellezza e la sensualità. Di conseguenza Venere descrive anche la Moda, intesa come eleganza, sia in termini soggettivi (la propria personale attitudine a vestire in un certo modo) sia oggettivi, come oggetto che “fa moda”: abbigliamento, accessori, cosmesi…. Se poi aggiungiamo l’elemento seduzione, al campo di competenza di Venere, ecco che il filo conduttore “Stelle – Scarpe” diventa ancora più chiaro ed intrigante.

D. Chi è astrologicamente parlando Patrizia e quale la sua Venere?

R. La mia Venere in Scorpione ha stabilito e determinano molte delle mie scelte personali di vita, che in linea con le caratteristiche del segno, sono sempre passate attraverso un processo faticoso di “morte e trasformazione”. Faticoso, appunto…. ma conoscere a priori, attraverso la simbologia, l’energia che ci contraddistingue, facilita il percorso di accettazione dei nostri limiti e, al tempo stesso, evidenzia le opportunità di crescita che questi ci offrono.

D. So che sei una persona colta e una grande lettrice. Quali sono i libri che prediligi, quali caratteristiche devono avere e perché.

R. La lettura ha sempre rappresentato un momento di isolamento rigenerante. Quindi sono banditi libri troppo complicati o che ostacolino un necessario momento di relax. Se un libro non mi convince, non mi coinvolge nelle prime 10 pagine, passo ad un altro senza rimpianti né sensi di colpa. Invece amo rileggere libri che, in qualche modo, mi hanno aiutata a bypassare situazioni stagnanti o pericolose: Il Gattopardo di Tomasi di Lampedusa, La lettera d’amore di Cathleen Schine, Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen……. Diverso il percorso dei libri di astrologia, in modo particolare tutte le pubblicazioni di Lisa Morpurgo, che, nonostante il passare del tempo, rimangono una perenne fonte di riflessione e di ispirazione.

D. Patrizia e la Moda.Che rapporto c’è tra voi e cosa ti piace?
R. Adoro gli abiti belli: Armani per il giorno e Valentino per la sera. Ma la mia ombrosa e poco mondana Venere in Scorpione mi pone nei confronti della moda come un visitatore in estasi di fronte alla Nike di Samotracia: preferisco ammirarla al Louvre, che vederla nella mia cabina-armadio!!!!

D. Ognuno di noi ha un capo prediletto dal quale inizia a vestirsi o dal quale parte per acquistare un outfit. Io, per esempio, mi vesto in base agli orecchini che intendo indossare. Da dove inizia la composizione di un tuo outfit anche nella quotidianità?

R. Quando mi alzo molto presto la mattina, non mi vesto immediatamente. Le prime ore della mattinata sono dedicate alla scrittura e le suggestioni e le intuizioni della notte devono rimanere con me il più a lungo possibile. Per questo dò molta più importanza a cosa indosso quando vado a dormire, e la preparazione serale è spesso più impegnativa di quella mattutina!!!  Quando la magia si esaurisce, a seconda degli impegni della giornata, decido il colore della camicia da abbinare, il più delle volte ai jeans….

D. Come sei arrivata a scrivere un libro e quale pensi sarà la reazione del pubblico?

R. Oggi si parla molto, troppo, di crescita personale e di consapevolezza: personalmente preferisco parlare di “lealtà” verso se stessi e di “missione” nei confronti altri. Ho la presunzione di credere che il mio compito, in questa vita, sia quello di divulgare le potenzialità del linguaggio astrologico, che rappresenta un metodo alternativo, ma efficace, di osservazione di se stessi. Per questo ho deciso di scrivere una serie di manuali scritti senza usare una terminologia da “addetti ai lavori” e di abbinare alle descrizioni astrologiche, situazioni, personaggi ed esperienze comuni a tutti. In questo momento sto lavorando al secondo libro di questo progetto, Giove e la nutrizione. L’astrologia non è mai una disciplina “oscura, misteriosa o complicata” e soprattutto non è mai “negativa”.

D. Cosa spinge una donna a comprare un libro che parla di astri e di scarpe. Chi è la tua lettrice ideale?

R. Se devo essere sincera questo libro sarebbe la lettura perfetta per gli uomini che, nonostante tutto, capiscono ancora molto poco delle donne! Infatti, nelle prime pagine, consiglio una “modalità di lettura” al maschile e una al femminile. Mentre per le donne capire i propri meccanismi di seduzione rappresenta una chance, per gli uomini bypassare la prima impressione ed avere qualche elemento in più sulla donna che hanno appena conosciuto, può salvare la vita!!!

D. So che prenderai parte ad un evento di moda sul quale si scommette molto, il BAROLO FASHION SHOW, insieme a stilisti e designer di successo. Che effetto ti fa entrare nel mondo della moda? 

R. Barolo Fashion Show è il palcoscenico ideale per il debutto del mio libro: alla moda, all’eleganza e all’arte si aggiunge una Storia importante. Le prime notizie di una fortificazione sulle colline di Barolo risalgono al X secolo, più o meno la stessa epoca della casa della mia famiglia. Dimore in cui si respirano un’aria e un’atmosfera particolari, fonti di grandi ispirazioni per chi, come me, ha la fortuna di lavorare con la ricerca e la creatività. Poi la moda rimane un elemento affascinante, sempre. 

Siamo al caffè accompagnato dall’immancabile dolcino. Chiedo a Patrizia 2 consigli personali e lei, come sempre, rimette la sottoscritta, insolito Capricorno idealista e sognatore, coi piedi per terra. Solida e rassicurante Patrizia, come farei senza di te!!!!!

Ci congediamo e ci diamo appuntamento a Barolo. Perché ci sarò anch’io, non ve l’ho detto? 

Appuntamento quindi a Barolo il 24 giugno alle 21.30 presso il Castello Falletti.  Vi aspettiamo!!!!

Il libro “Ai piedi di Venere – Manuale di seduzione astrologica” è disponibile sia in versione e-book, sia in versione cartacea.

http://www.linguaggisimbolici.com



Il concetto di creatività pura secondo d-ECOnstruction Lab

09 giovedì Apr 2015

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#ambiente, #Arte, #artigianato, #Bjork, #corset, #deconstructionlab, #ecosostenibilità, #FridaKahlo, #Matrix, #mihaelaslav, #pelle, #stilistiemergenti, #taniabruguera, moda, Torino, viviennewestwood

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Conosco da tempo Mihaela Slav e devo dire che ha il fascino romantico e rigoroso di certe eroine dei romanzi di fine ‘800. Una giovane donna schiva, asciutta, ma che sorride con grandissima cordialità quando si sente a proprio agio. Una personalità fatta di grande dedizione al proprio lavoro, portato avanti con una passione, oserei dire una “fede” incrollabile, ora più che mai votata al successo e alla riuscita di un brand che è espressione visiva e tangibile di una formazione eccellente, di sogni da materializzare, di una grande esperienza culturale a tutto tondo, dove nulla è lasciato al caso e ogni dettaglio viene curato in modo maniacale.

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Mihaela nasce in Romania nel 1977 e lì si forma come fashion designer. Desiderosa di completare la sua formazione in Italia, si trasferisce a Torino con l’intenzione di conseguire la laurea all’Accademia Albertina delle Belle Arti.
Da sempre attenta anche al mondo dell’Arte, passando dalla pittura alla musica, la sua ossessione è la “destrutturazione” degli elementi cardine che reggono questi mondi per poterne creare di nuovi.
Sostanzialmente il suo pensiero si basa sulla padronanza di un concetto talmente approfondita da poterlo scardinare al suo interno e ricostruire su nuove basi.
Ispirandosi all’artista cubana Tania Bruguera, abbraccia il principio dell’Arte Util, che consiste nel mettere in discussione le basi dell’Arte in cui opera per poter creare qualcosa di nuovo per i suoi fruitori.
Come nella visione della Bruguera, vengono messi in forse i principi dei contesti nei quali si opera (civico, legislativo, pedagogico, scientifico) al fine di creare le premesse per nuovi modi per rapportarsi con essi.
Nasce così d-ECOnstruction Lab.

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La sua è una creatività “pura”, quasi monastica. Dalle sue abili mani di artigiana escono prototipi di borse, accessori e abbigliamento dove l’elemento base sono la fantasia, il concetto dell’elemento stesso e la sua portabilità. Utilizzando prevalentemente pellami pregiati di scarto provenienti dall’industria dell’abbigliamento, Mihaela riesce a creare pezzi unici o comunque a tiratura limitata, che hanno un’anima e una storia propria e che sono classificabili come eco-sostenibili.
Sono veri e propri oggetti d’arte che vanno oltre la finalità estetica e hanno l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle problematiche legate all’ambiente e alla piaga della disoccupazione, nella speranza che ciò induca alla nascita di una coscienza critica da parte del consumatore finale.

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Ogni singolo pezzo viene firmato e numerato a mano, così testimoniando il valore di un entità creata con l’anima. Un’anima che vede la Moda del passato come un dato acquisito e che fa riferimento, parlando di silhouette, al periodo edoardiano, tanto caro a molti couturier del nostro tempo.
Inutile non fare riferimento a Vivienne Westwood e alle sue rivisitazioni, spesso anche irriverenti, di alcuni capi storici dell’abbigliamento di quel periodo, in particolar modo al corsetto.
Nel corso dell’interessantissimo pomeriggio trascorso con Mihaela per realizzare questo articolo ho avuto modo di conoscerla meglio e proprio a proposito del corsetto, che è un capo difficile da realizzare perché articolato e composto da vari elementi, lei osservava come ami questo capo proprio perché costrittivo della persona e come la costrizione fisica sia sovente foriera di una grande libertà intellettuale e di pensiero. Inutile non andare con esso ad un’artista del calibro di Frida Kahlo, che ne è lo straordinario esempio.

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Il concetto di Libertà elaborato dall’artista non poteva non rimandare il nostro discorso, svoltosi di fronte ad un caffè, a film come Matrix, che trattano argomenti come il sistema in cui viviamo e nel quale le cifre stilistiche ben si sposano con quelle di d-ECOnstruction Lab.
Con la scelta, spesso quasi totale, del colore nero, della linearità e nella pulizia delle forme, nella perfetta fusione tra passato e futuro, dove ci sembra di scorgere la Moda che verrà pur facendo continui cenni al passato.
Il mondo di Mihaela Slav è un mondo onirico, popolato di esseri di fantasia.
Musicalmente attenta, vede in un’artista completa come l’islandese Bjork l’immagine della creatività a 360 gradi, dove la musica ed il canto si fondono splendidamente con l’immagine della persona, le sue performance e i suoi video, in un insieme di estrema qualità complessiva.

Potete trovare il brand d-ECOnstruction Lab su Facebook. https://www.facebook.com/pages/D-ECOnstructionLAB/450011898357425?fref=ts

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Ph. Mathieu Gasquet

Grazie della Vs compagnia

Ulderica

Incontri di stile: un the’ con Csaba Dalla Zorza ☕️

28 lunedì Lug 2014

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#teatime #csabadallazorza #realtime #tea #tastinglife #torino #mylife #mystyke #lifestyle #cucina #iitaly #blog #hermyandmomlifecom #vanityfair #lezioniprivate #party #stellamccartney #grazia

Partiamo da un luogo comune: a Torino non accade mai nulla, non incontri mai nessuno di interessante, mica siamo a Milano ( vi tralascio paragoni imbarazzanti con altre città europee e non….), per lavorare devi uscire da qui, cercare opportunità altrove. Bene, niente di più falso.
Da quando ho iniziato ad occuparmi del blog ho realizzato che Torino è una città in eterno movimento, dove ogni sera c’è più di un evento, dove vivono e si confrontano teste pensanti, persone di cultura, idee innovative e dove si può lavorare, ovviamente, se si ha dell’ingegno e non si cerca un posto fisso a tutti i costi.
E poi impariamo ad alzare la testa quando camminiamo.
Abbiamo la fortuna di vivere in una città di grande interesse storico, con palazzi bellissimi, portici e lampioni per romantiche passeggiate d’altri tempi, locali restaurati a rispettare la loro originale sabauda bellezza, musei importantissimi, piazze che tutta Europa ci invidia.
Questo vidi di Torino nell’ormai lontano autunno dell’86 quando, fresca di maturità, scesi da un treno e imboccai Via Cernaia per andare ad informarmi presso la segreteria della facoltà di giurisprudenza, ignara che sarei rimasta qua a condividere con cotanta magnificenza gran parte dei miei anni a venire.
Volevo vedere tutto, imparare ogni singola via a memoria.
Ero affascinata dai bar di Via Po, dai vecchi negozi in boiserie dai lampadari sontuosi.
Un giorno, passeggiando distrattamente, mi trovai nella zona di Via Barbaroux e incrociai per caso Via Monte di Pietà, un luogo ancora incontaminato dalla modernità, un angolo di Torino sospeso nel tempo, con l’inizio dei portici di Via Pietro Micca e una vetrata in stile Liberty che ammiro ogni volta che mi capita ancora di passare di lì.

Proprio lì, ad un passo da Piazza Castello, ho incontrato Csaba Dalla Zorza.

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Csaba Dalla Zorza si appresta ad incontrare i suoi followers

L’occasione è stata la presentazione del suo ultimo libro Tea Time.

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Csaba è stata ospite di Tastinglife, un punto di incontro molto noto in città per chi apprezza l’arte del ricevere, sito proprio al 16/E di Via Monte di Pietà.
Al suo interno mille tipologie di the’, zucchero, biscotti e utensileria per la loro preparazione, dalle teiere orientali alle tazze di forme e colori diversi, dalle tovagliette ricamate ( noi ne abbiamo puntate alcune con i cagnolini di varie razze …..) ai cucchiaini più simpatici e divertenti. E poi ancora candele di ogni tipo, barattoli, lavette ed alzate in tantissime varianti, tutto deliziosamente sussurrato e chic.
Insomma, un vero Paradiso per chi ama divertirsi con la fantasia in cucina, visto che in questo posto delizioso si organizzano anche corsi per chi vuole cimentarsi nell’ars culinaria.

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Csaba è una bella signora coi capelli scuri, splendida in un abito anni ’50 e scarpe a tacco alto Dolce & Gabbana, molto raffinata e cordiale.
Una perfetta padrona di casa.
Accoglie le persone che sono venute alla presentazione del suo libro con grande semplicità e risponde a tutte le domande con professionalità e pazienza. I presenti sono entusiasti.

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Al termine dell’incontro prende un thé con loro e autografa ad uno ad uno tutti i libri venduti, facendo a ciascuno una dedica.
Gigi ed io attendiamo il nostro turno e ne approfittiamo per fare delle foto.
L’intervista è concordata, lei mi chiede se può fare una foto con Gigi per i suoi bambini 🐶❤️

Csaba non ha bisogno di presentazioni. Food writer di successo, chef diplomata alla scuola parigina Le Cordon Blue, è conduttrice televisiva e presentatrice sul canale Real Time del digitale terreste e scrive sul blog Lezioni Private sul sito di Vanity Fair. È giornalista e direttore editoriale della casa editrice Luxury Books e della rivista Good Living.
Esperta nell’arte di ricevere, di cucina e della mise en place, è conosciutissima anche per il suo gusto nel lifestyle.

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La prima domanda riguarda proprio il suo ultimo libro, Tea Time, e la scelta di questo argomento così apparentemente british.
Mi spiega che trova un invito per una tazza di tea un’idea molto contemporanea, pur avendo origini molto lontane.
Un tea non obbliga ad orari molto rigidi di arrivo degli ospiti, che possono giungere serenamente ad orari differenti, soprattutto in settimana, quando i tempi sono legati al lavoro e una cena rappresenta un invito molto più impegnativo in termini di orario.
I biscotti e le torte che accompagnano il tea possono essere preparati uno, a volte anche 2 giorni prima, lasciando più libera anche la padrona di casa di giungere anche poco prima dei suoi stessi ospiti.
Non ci sono problemi di cottura, perché l’importante e’ avere sempre a disposizione della semplice acqua calda.
Quindi l’idea è quella di avere un incontro piacevole, lontano da qualsiasi forma di stress, con una bella presentazione, dolcetti sani che accompagnino le bevande e la massima libertà nei tempi di arrivo.

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Ma una donna di classe come Csaba a chi si ispira nella preparazione della tavola, qual è il suo ideale di eleganza? Questa era la domanda che più mi premeva farle, perché è la più vicina al mio mondo e quella che spero ancora nessuno le avesse fatto.
Lei ha esitato un attimo, pensierosa, e mi ha raccontato di come i suoi ideali estetici si ispirino ad una eleganza naturale e semplice, una miscellanea di buon gusto innato e di buon senso che consente di mescolare pezzi “importanti”, magari scovati in un mercatino, a pezzi low cost ma che si integrino perfettamente con i primi. Fondamentale è il rendere un effetto di equilibrio e di armonia all’insieme. La Moda per lei è un fatto di educazione e di buon gusto, che si ispira a stili classici e puliti. Mi ha citato, uno su tutti, Dior, sicuramente inteso come il Christian Dior degli anni ’50.
Ricordiamo che Csaba ha scritto tra gli altri il libro Fashion Food, edito nel 2011.
Per se stessa Csaba passa da abiti firmati, come quello indossato in occasione della sua visita torinese, ad abiti acquistati on line da siti noti e a buon mercato. Mi racconta divertita, ad esempio, che la sera prima è andata ad un evento milanese ( si trattava di un party offerto da Grazia per la collezione Resort 2015 di Stella McCartney) con un abito semplicissimo lungo e zebrato, comprato appunto su uno di questi siti e decisamente low cost, che tutte le invitate le avevo ammirato e chiesto da dove provenisse.
C’è da dire che su di lei difficilmente qualcosa potrebbe apparire volgare, vista la sua indubbia bellezza ed eleganza che emana ad ogni gesto.

L’intervista è terminata. Dopo la foto con Gigi, noi ci congediamo.
Prima, però, anche noi facciamo firmare la nostra copia di Tea Time.
Chissà, speriamo ci porti fortuna 🍀🍀🍀

Un abbraccio affettuoso ❤️

Ulderica & Gigi

Il cuore di Eugenio

21 lunedì Lug 2014

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# interviste #eugeniogradabosco #relear #shakespeare #torinospettacoli #turin #marioacampa #blog #hermyandmomlifecom #mylife #amoreuniversale #noprofit #love #peace #kent

Una delle cose che mi piace di più del mio lavoro è quella di conoscere persone speciali, di dialogare con loro stabilendo un legame empatico, di entrare per un momento nelle loro vite e di lasciare che loro facciano altrettanto nella mia, come a simboleggiare un arricchimento emotivo vicendevole.
Incontro Eugenio Gradabosco in un caldo tardo pomeriggio di questa estate così anomala, in un bar del centro di Torino e ordiniamo entrambi una cedrata, ricordando insieme la nota pubblicità con Mina come protagonista.
Lui è alto, massiccio, i folti capelli corti tendenti al rosso, come la barba.
Modesto, di una modestia quasi disarmante……

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A leggere il suo curriculum ci si perde. Attore e doppiatore, ha recitato sia nel cinema (“Un colpo al cuore” con la Muti, tra gli altri) che in alcune sit-com come Piloti, con Enrico Bertolino e Max Tortora, e Camera Café, con Luca e Paolo.
Lo avrete visto senza saperlo in una moltitudine di pubblicità e in un sacco di film per la televisione.
Ha lavorato per la tv dei ragazzi (La Melevisione su RAI YO-YO) ed è actor coach, insegnante di musical, speaker ed animatore radiofonico.
Ma, soprattutto, ha fatto tantissimo teatro.

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È così passato da Le Iene di Tarantino, a La strana coppia, A piedi nudi nel parco e I ragazzi irresistibili di Neil Simon, per arrivare a Pirandello, fino a Provaci ancora Sam di Allen, con la compagnia Lewis & Clark.
E poi ci sono ancora i classici, come il Miles Gloriosus di Plauto e l’Alcesti di Euripide.
Oggi il versatile Eugenio è alla vigilia di un nuovo debutto teatrale nel KING LEAR – LO STRAPPO di Shakespeare, per la regia di Oliviero Corbetta.

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Lui sarà il fedele Conte di Kent, cacciato dal re, che rientra a corte sotto mentite spoglie per continuare a vegliare sul suo amato sovrano.
Ma cosa c’è di Eugenio nei personaggi che interpreta?
Lui si diverte a vivere le mille vite di ciascuno di loro, mettendoci dentro qualcosa della propria, ricercando nella memoria un sentimento o un’emozione provati nel passato che possa adattarsi a quello che sta vivendo sul palco interpretando un’anima diversa dalla propria.
E questo Conte di Kent è il personaggio che più gli assomiglia.
Lui lo descrive così: ” Carnale, grezzo e burbero, capace di grande amore, fedele, anche quando Lear lo caccia gli rimane accanto fino alla fine, rimanendo dalla parte della giustizia a costo della vita, strenuamente responsabile, uno dei pochissimi personaggi positivi di questo Shakespeare”.

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Sicuramente ne ha fatta di strada, Eugenio, anche se lui minimizza raccontando di quando, bambino, si innamorò del mestiere di attore interpretando, con tanto di parrucca a caschetto, la Fatina Eugenia in una rappresentazione scolastica.
Non nego che ho riso molto pensandolo in quei panni, ma devo dire che di lui mi hanno molto colpito l’innegabile sensibilità e la straordinaria presenza oltre, come già detto, alla grande modestia.
Lui, come altri attori e personaggi dello spettacolo che ho incontrato in questi anni, è innegabilmente uno di quelli bravi, che se fosse nato in America oggi sarebbe conosciuto ovunque.
Il nostro Paese, purtroppo, non premia che i soliti noti, non dando spesso le giuste opportunità a quelli che veramente lo meriterebbero.

Scrivo con piacere di Eugenio anche perché lui è il creatore, con la complicità del comune amico Mario Acampa, del brand AmorEUniversale, che realizza una serie di magliette personalizzabili, una parte del cui ricavato viene devoluto in beneficenza a “Casa Alessia”, un’associazione no profit che opera in Africa e che si occupa principalmente di progetti legati all’infanzia.
Avete capito perché “Il cuore di Eugenio”?

Anche il nostro blog ha avuto la sua maglietta dedicata ❤️

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Noi vi invitiamo ad andare a teatro, come sempre, e soprattutto vi invitiamo ad andare a vedere questo RE LEAR, dal 23 luglio al 5 agosto, a Palazzo Chiablese a Torino.

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Un abbraccio

Hermy & Mom

Meno male che Mario c’è…….

01 sabato Feb 2014

Posted by Hermy & Mom in Un caffè con......

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blog, ceres, cocacolazero, film, latvribelle, marioacampa, movie, press, pubblicità, rai, style, viviennewestwood

Sono in quella fase della vita in cui la disillusione ha preso il sopravvento sugli altri sentimenti nei confronti del prossimo. Ed è invece con stupore che parlo del primo personaggio che intervisto per questa rubrica.
Ho conosciuto Mario Acampa poco più di un anno fa ad un party, e sono rimasta subito colpita dalla disponibilità di questo ragazzo dal sorriso aperto e dallo sguardo intelligente, che nonostante un indiscutibile successo è rimasto incredibilmente umile e coi piedi ben piantati per terra.
E devo confessarvi che più lo conosco e più mi piace Mario.
A soli 27 anni ha già 10 anni di esperienza nel mondo dello spettacolo, di volta in volta attore, cantante, ballerino, autore, testimonial, presentatore e parallelamente una laurea appena conquistata in giurisprudenza.

Torinese, ma con sangue partenopeo nelle vene, Mario ha prestato la propria immagine a varie campagne pubblicitarie, ma ha sempre salvaguardato il suo amore per il teatro e per il contatto diretto con il pubblico anteponendo gli impegni presi in tal senso alle varie proposte che gli sono state offerte.
Corteggiato da vari registi, tra i quali anche Tornatore per la pubblicità di Esselunga, è da anni il Genio della Birra per Ceres, per il cui ruolo è da poco tornato da Budapest, ed è stato il volto europeo di Coca Cola Zero, dopo aver declinato per ben 2 volte l’offerta.
Speaker radiofonico, è volto noto della Tv dei ragazzi, dove ha preso parte a varie trasmissioni sul digitale terrestre, in particolar modo conducendo per più stagioni La TV Ribelle su RAI GULP.

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Poliedrico attore teatrale, dove spazia da ruoli drammatici a ruoli comici con estrema leggerezza, oggi è in scena, fino al 23 febbraio, al Teatro Gioiello di Torino con Forbici Follia di Paul Portner, un successo strepitoso negli States, qui per l’adattamento e la regia di Gianni Williams.
Mario recita il ruolo esilarante dell’agente speciale Lo Sordo, un simpatico e sgrammaticato poliziotto.
Uno strepitoso successo, teatro quasi sempre esaurito, pubblico entusiasta, per una commedia gialla interattiva, dove è il pubblico stesso ad indirizzare il commissario Montalbino nello svolgimento delle indagini e a decretare quale sarà, dei quattro finali possibili, quello prescelto per la serata.

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Mentre raccolgo queste notizie stiamo prendendo un the’ in un noto locale della città sabauda e il tempo passa senza che io me ne accorga, perché Mario è un tipo coinvolgente, entusiasta e pieno di idee.
Ora è ad una svolta importante della propria carriera artistica. Sta scrivendo a quattro mani un musical con una collega e sta per iniziare, nel marzo prossimo, le riprese di un film, PRESS, per la regia di Paolo Bertino e Alessandro Isetta, in cui interpreta il ruolo di un giornalista a corto di notizie che si inventa uno scoop per smuovere le acque di un lavoro senza nuovi spunti. PRESS è prodotto da Luna Fiilm Investimenti Piemonte, sostenuto dalla Film Commission Torino Piemonte, distribuito da Istituto Luce – Cinecittà, e supportato da AGIS Piemonte. Inoltre PRESS è stato riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali un “Film di Interesse Culturale” e ne ha finanziato la produzione. Rai Cinema ne ha acquistato i diritti televisivi. L’uscita del film è prevista in concomitanza col Festival del Cinema di Venezia.

Insomma, diciamo che Mario Acampa sta passando da ruoli che lo vedono identificarsi con il mondo della tv dei ragazzi, a quelli più impegnati di personaggi meno giovanilistici. E non potrebbe essere diversamente quando si parla di un ragazzo che a soli 19 anni era già assistente actor coach per la soap Vivere di Canale 5.

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Concludiamo il nostro incontro pomeridiano parlando del tema che ci ha fatti incontrare la prima volta, la Moda. Gli chiedo quale sia il suo rapporto con essa, quali le manie, quali gli stilisti più amati.
Mario indossa spesso abiti di Vivienne Westwood, ama il tartan, le cose rifinite con cura, i particolari inaspettati e le scarpe.
Come dargli torto?
E si veste come sente, con uno stile che lo faccia sentire a proprio agio.

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Noi andremo a trovare Mario sul set di PRESS e vi terremo informati sulle ultime news. Onorate di essere sue amiche!!!!
Nel frattempo vi diciamo arrivederci e vi ricordiamo che LOVE IS THE POWER.
A presto da Hermy & Mom

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